Dopo lunghi anni di ricerca del suo personale sound, Glenn Miller lo trovò per caso.
Anzi addirittura grazie ad un incidente occorso in sala prove. Ecco la storia.
Ci sono miti e leggende che solcano l’oceano del tempo e che si rincorrono ad ogni data. E più lontano si trova il porto da cui sono salpati, più sono ammantate di fascino.
Taluna persino di mistero.
Dopo avervi raccontato la leggenda dell’acquila solitaria, ecco un nuovo episodio della serie dei grandi miti della swing era; scrigno di storie di avventurieri, gangster e soprattutto di musicisti.
Ci aveva quasi rinunciato quando la moglie lo spinse a riprendere la sua ricerca.
Poi un giorno, la sfortuna si accorse di lui e …gli venne in aiuto.
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Glenn Miller la leggenda che cambiò per sempre il corso del jazz
La leggenda dello swing si inabissò nel mistero il 15 dicembre del 1944 quando oramai aveva cambiato per sempre il corso del jazz, privandolo di quasi qualsiasi genere di improvvisazione riconducendo i musicisti al rigoroso rispetto dello spartito. Fedele ai suoi arrangimenti su cui aveva lavorato per anni e per nessun motivo potevano essere snaturati o adattati a nulla che non fosse il suo genio.
Fino a quel momento il jazz era sempre stato un fatto di improvvisazione, ma con le regole che Glenn Miller, compositore, direttore d’orchestra e trombonista, imponeva alle sue big band, di fatto deviò il corso della storia e creò un modello inedito.
Ciò gli attirò sia lodi che molte critiche, perché Miller aveva di fatto reso più “commerciale” il jazz.
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Ti raccontiamo tutta la sua storia.
La formula segreta di Glenn Miller
Il suo stile consiste nell’aver modificato il rapporto dei fiati rispetto agli standard del jazz, nell’aver reso popolare il jazz grazie ad arrangiamenti adatti al vasto pubblico.
Grazie all’ampio uso delle sordine sui fiati, potè modellare il suo sound attorno alla melodia piuttosto che al ritmo. Melodia che appunto attirò il grande pubblico verso un genere, sino a quell’epoca, praticamente di nicchia o comunque per intenditori. Una cosa del tutto nuova.
Detto così sembra un argomento molto tecnico, ma se vi immaginate un’orchestra jazz a cui togliete gli elementi più aggressivi e i lunghi assoli di improvvisazione e ci aggiungete melodia ed un sound più ovattato, otterrete quello che Glenn Miller aveva cercato per tutta la vita.
Il nuovo sound di Glenn Miller
La sua ricetta fece sì che il jazz da lui proposto fosse più un easy listening jazz, quasi quella che definiremmo oggi, musica leggera.
Poco propenso ai cambiamenti di ritmo repentini e all’uso dei virtuosismi, la sua musica allontanava i musicisti più virtuosi e dediti all’espressione della propria tecnica individuale e all’improvvisazione.
Sempre la leggenda vuole che più che un invenzione si trattò di una scoperta.
Infatti, durante una sessione di prove a ridosso di una importante esibizione, pare che il trombettista della band si lacerò un labbro. Fu un banale, quanto sfortunato incidente che però lo avrebbe tenuto lontano dai palcoscenici per molti giorni.
Non essendoci il tempo di sostituire l’elemento, Miller decise di farne a meno.
Per questo dovette modificare l’impianto dei suoi arrangiamenti al fine di colmare il vuoto lasciato dalla tromba. Un suono predominante sugli altri e decisamente squillante.
La formula di Miller era questa: il clarinetto principale suona una linea melodica con un sassofono tenore che tiene la medesima nota, mentre altri tre sassofoni si armonizzano all’interno della singola ottava.
Tra questi sassofoni uno sarebbe dovuto essere quello di Wilbur Schwartz.
Tuttavia, mancando la tromba, Miller decise di sostituirla con il clarinetto che venne affidato a Schwartz. Fu in particolare proprio lo stile di Schwartz a rendere inimitabile il sound di Glenn Miller e della sua orchestra.
Glenn Miller fu anche
l’inventore del rock’n’roll?
Wikipedia ci dice che
In qualche passaggio possiamo addirittura ascoltare i prodromi del futuro Rock and roll e dello shuffle (Chattanooga Choo Choo)
Stiamo parlando di uno dei suoi arrangiamenti più popolari. Il termine shuffle indica una accentuazione del ritmo swing, ovvero dell’oscillazione del ritmo tipico di questo genere.
Il primo disco d’oro della storia
Se ti sei mai chiesto come sia nata l’idea del disco d’oro, il celebre riconoscimento dato ai musicisti che superano determinati record di vendite, differenti da Paese e Paese, perché tengono conto di diversi fattori, il primo tra i quali il numero della popolazione, qui trovi la risposta.
L’invenzione del disco d’oro si deve ad una trovata pubblicitaria.
Il primo disco d’oro della storia venne infatti consegnato a Glenn Miller durante una trasmissione radiofonica. Fu un’invenzione della sua casa discografica, la RCA Victor che, per celebrare il milione di copie vendute, in appena tre mesi, dalla sua Chattanooga Choo Choo, si presentò a Miller con un disco in vinile – all’epoca erano i 78 giri – verniciato d’oro.
Era il 10 febbraio del 1942.
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Nella versione più accreditata, quella ufficiale, pur piena di reticenze, Miller venne abbattuto mentre era in volo durante la seconda guerra mondiale.
Glenn Miller si era arruolato nell’esercito americano come uomo di spettacolo per essere messo a condurre una banda militare.
La sua missione era quella di dare sollievo e un po’ di svago alle truppe USA impegnate oltre oceano durante la seconda guerra mondiale.
Il velivolo si anibissò nel nulla il 15 dicembre del 1944, mentre si trovava in volo sul canale della Manica, diretto verso Parigi appena liberata, dove avrebbe dovuto dirigere l’orchestra durante i festeggiamenti in onore dei soldati che avevano liberato la capitale francese.
Il suo corpo non fu mai recuperato, tanto da essere tutt’oggi considerato disperso.
Quinid il suo aereo sarebbe stato accidentalmente abbattuto dal fuoco amico, ovvero da bombardieri inglesi che al ritorno da una missione sganciarono, come da protocollo militare, le bombe che non erano state usate in combattimento.
Miller si sarebbe trovato sulla loro traiettoria. Questa versione venne avvalorata dalla testimonianza di uno dei piloti di rientro che avrebbe intravisto, sotto di loro, un aereo simile a quello che trasportava Glenn Miller.
La grafica di Spirit of St. Louis in ricordo della scomparsa di Glenn Miller
Spirit of St. Louis in occasione della presentazione della galleria delle prossime magliette ha anche svelato la grafica ispirata alla scomparsa del grande jazzista.
Ascolta la sua musica,
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creata appositamente da Spirit of St. Louis
Siccome la musica preferiamo ascoltarla piuttosto che raccontarla, Spirit of St. Louis ha creato su Spotify una playlist con il meglio di Glenn Miller; anzi con i songoli che lo hanno reso celebre ed immortale. Clicca qui per ascoltarla e non dimenticare di cliccare sul cuoricino in alto per salvarla tra i tuoi preferiti. Accanto troverai anche le altre playlist sino ad oggi realizzate. Segui il nostro canale per ricevere aggiornamenti delle presenti e future playlist.
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by Spirit of St. Louis
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