Buongiorno hoppers, avete deciso quale è il vostro look per la prossima festa swing?
Potreste scegliere di indossare un cappello un po’ inusuale ma di sicuro effetto.
La paglietta, è quel cappello con la cupola piatta e la tesa piccola e rigida, spesso ornata con un nastro scuro.
È un cappello originariamente realizzato in paglia chiara intrecciata, accessorio indispensabile del guardaroba maschile nei mesi estivi. Era il cappello sport-chic da esibire associato ai balli o alle uscite in campagna nelle belle giornate di sole.
Compare nei dipinti degli impressionisti francesi: Manet e Renoir dipingono uomini di fine 800 con questo copricapo in gite in barca sul fiume.
La paglietta fa parte della divisa del canottiere, insieme a blazer a strisce e pantaloni in flanella, dalla fine dell’800 fino al 1940 era infatti definita “cappello alla canottiera”.

La paglietta nella storia italiana
La storia della paglietta è anche italiana: l’industria della paglia era fiorente in Toscana fin dal 700. A Napoli gli avvocati erano chiamati pagliette perché portavano come tratto distintivo cappelli di paglia neri.
Le donne inizialmente lo hanno adottato negli anni 20/30 nei collegi come parte dell’uniforme estiva, entrando poi nel guardaroba femminile come accessorio ornato di nastri colorati e fiori.
È diventato un vero accessorio di moda tornando minimal con nastro nero, quando Coco Chanel ne ha fatto il suo marchio di fabbrica, preferendolo a tutti i copricapi femminili.
Spiritosa e casual, si presta ad essere abbinata ad outfit diversi maschili e femminili
Si porta inclinata indietro o leggermente di lato, con acconciature raccolte.
D’estate indossatela con uno chemisier a righe o un abito floreale sotto al ginocchio, ai piedi scarpe basse : ballerine o stringate.
Abbinata ad un blazer o ad un blazer dress in versione total white sembrate uscite dal grande Gatsby.
Per un effetto più vintage camicia bianca maschile, pull senza maniche o bretelle, pantalone tartan con pence e scarpe maschili, magari bicolore.
