Storia dei blue Jeans. Da dove vengono? Chi li ha inventati?
La storia dei blue jeans è affascinante e legata all’evoluzione della moda e dell’industria tessile. I blue jeans sono diventati un’iconico capo di abbigliamento casual e sono stati indossati da milioni di persone in tutto il mondo. Ecco una panoramica della loro storia.
Per comprendere le origini del denim, dobbiamo fare un salto indietro al XV secolo. In questa epoca, cominciò a diffondersi in Europa un tipo di tessuto straordinariamente robusto, il fustagno blu, tinto con l’estratto di guado: una pianta in grado di dare un colore blu, che raggiunse il massimo impiego nel tardo Medioevo.
Inizialmente conosciuto per il suo utilizzo nelle navi come copertura delle merci, il fustagno era originariamente prodotto nella cittadina di Chieri, nella provincia di Torino. Tuttavia, nel corso del tempo, questa produzione fu presto superata in importanza da quella della città francese di Nîmes. Proprio da qui nacque il termine “etim” (tela di Nimes), che evolvendo nel tempo diede vita alla parola “denim”. Questo nuovo tessuto presentava una caratteristica distintiva: trama e ordito erano tinti in due colori differenti, bianco e indaco.
La tela di Nimes divenne presto molto richiesta, soprattutto in Inghilterra. Numerose spedizioni partivano dal porto di Genova, e persino i pescatori locali iniziarono a confezionare abiti da lavoro utilizzando questo tessuto. Il blu divenne presto il colore predominante a Genova, tanto da guadagnarsi il nome “blue de Genes”, che sarebbe poi diventato l’ispirazione per l’appellativo “blue jeans”.
Nel corso dei secoli successivi, il denim conobbe una diffusione sempre più ampia, grazie anche al calo dei prezzi del cotone. Inoltre, il colore indaco, a causa della sua tendenza a sbiadire, divenne economico e non richiesto da altri mercati tessili.
Levi’s
Col passare del tempo, il denim varcò gli oceani e giunse in America. Qui, venne adottato principalmente da minatori e operai, che cercavano un materiale resistente ma accessibile per il loro duro lavoro. Nonostante la durabilità del denim, i pantaloni degli operai continuavano a strapparsi frequentemente.
Nel 1873, Jacob W. Davis, un sarto del Nevada, ricevette la richiesta di confezionare dei pantaloni in denim da parte della moglie di un taglialegna.
Questi pantaloni erano destinati a essere indossati durante il lavoro pesante e dovevano essere durevoli.
Tuttavia, Davis ebbe un’idea illuminante: applicò dei rivetti di rame nelle parti più soggette a usura, come le tasche. Questo ingegnoso accorgimento dimostrò la sua efficacia: i pantaloni non si consumarono più così in fretta.
L’invenzione dei pantaloni di tela robusta
La notizia si diffuse rapidamente e la domanda crebbe. A questo punto, Davis decise di rivolgersi a un commerciante del settore tessile di maggiori dimensioni in grado di finanziarlo e di far fronte alla crescente richiesta. Questo commerciante era Levi Strauss.
Strauss si era trasferito dalla Germania a San Francisco nel 1853, durante la corsa all’oro.
Dopo aver fondato assieme al cognato, David Stern l’azienda Levi’s Strauss & Co. iniziò a vendere tessuti e materiali vari agli uomini che cercavano fortuna nelle miniere d’oro, in una piccola bottega prospiciente le miniere.

Nel 1873, Davis scrisse a Strauss proponendo di brevettare l’uso dei rivetti per rendere i pantaloni più resistenti.
Il 20 maggio 1873, Jacob Davis, appena entrato in società con Levi Strauss, registrò il moderno jeans in denim. Il numero con cui venne depositato il brevetto è il 139.121.
La richiesta di brevetto venne approvata e segnò l’inizio ufficiale dei blue jeans.
Fu così che Strauss e Davis decisero di collaborare per produrre questo capo su larga scala.
La diffusione dei jeans
La storia dei blue jeans è ancora agli inizi.
I blue jeans iniziarono a guadagnare popolarità tra i lavoratori manuali e i cowboys a causa della loro robustezza.
Pensa; esattamente la stessa fonte di ispirazione dei nostri capi. Infatti, Spirit of St. Louis riprende proprio lo stile dei tempi in cui è ambientata questa lunga storia, rifacendosi al design originale dell’epoca.
Nel corso degli anni, i jeans divennero sempre più diffusi, ma inizialmente erano ancora considerati principalmente come abbigliamento da lavoro.



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Da capo da lavoro pesante ad oggetto di ribellione ed infine di moda.
In poco più di cento anni, tutte le evoluzioni del blue jeans accompagno i mutamenti sociali e generazionali in occidente, sino a diventare un culto.

I jeans nella cultura di massa
Nel corso del XX secolo, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, i blue jeans iniziarono a essere adottati anche da giovani e ribelli. Diventarono un simbolo di protesta e di non conformità.
Negli anni ’50 e ’60, le star del cinema come Marlon Brando e James Dean contribuirono ad aumentare la popolarità dei jeans, trasformandoli in un’immagine di ribellione giovanile.

Anni ’70 e ’80
I jeans continuarono a evolversi in diverse forme, stili e lavaggi. Nel corso degli anni ’70 e ’80, i jeans divennero sempre più alla moda e vennero adottati in vari contesti, dalla cultura pop alla musica rock.
Globalizzazione e diversificazione
Negli anni ’90, i jeans divennero un capo di abbigliamento globale. Le aziende di moda iniziarono a creare jeans di diverse forme, tagli e lavaggi per soddisfare le preferenze di un pubblico più ampio.
Oggi, i blue jeans sono diventati un elemento essenziale di molti guardaroba. Sono disponibili in una vasta gamma di stili, dal classico taglio dritto a modelli skinny, a zampa d’elefante e altro ancora. I jeans sono diventati così diffusi che vengono indossati in ambienti informali e formali, adattandosi a una varietà di situazioni.
La storia dei blue jeans è quindi una storia di evoluzione, moda e cultura popolare, che ha portato questo capo di abbigliamento da essere un semplice indumento da lavoro a un’icona di stile riconosciuta in tutto il mondo.

Perché si chiamano blue jeans?
La storia dei blue jeans che ti abbiamo raccontato fino ad ora è solo la seconda parte.
Quella che troverai forse più interessante è la storia prima di Levi Strauss!
I blue jeans devono il loro nome al fatto che sono realizzati principalmente con un tessuto di cotone resistente di colore blu. Il termine “blue” fa riferimento al colore, mentre “jeans” è un riferimento al materiale e al taglio del capo.
Le origini dei nomi
Il tessuto utilizzato per realizzare i jeans è noto come denim, che è una tela di cotone caratterizzata da un tessuto a trama diagonale. Originariamente, il tessuto denim veniva tinto con un colorante indaco, che conferiva loro il caratteristico colore blu. Questo colore derivava dal fatto che l’indaco era uno dei coloranti naturali tradizionalmente utilizzati per tingere i tessuti.
Quindi, l’associazione tra il colore blu del tessuto denim e il termine “jeans” ha portato alla denominazione “blue jeans”.
La parola “jeans” ha origini francesi e potrebbe derivare dal termine “bleu de Gênes”, che significa “blu di Genova”, riferendosi alla città di Genova, in Italia, dove si ritiene che il tessuto denim sia stato originariamente prodotto.
La storia di come il denim e i blue jeans siano giunti dalla città di Genova, in Italia, fino alla California, negli Stati Uniti, è una storia di migrazione, commercio e innovazione.
Origine del tessuto denim e del nome blue jeans a Genova
Il tessuto denim, il materiale utilizzato per realizzare i blue jeans, ha radici antiche e deriva dal termine francese “serge de Nîmes” che non ha una traduzione in italiano, tuttavia fa riferimento alla città di Nimes.
“Serge” è un termine che si riferisce a un tipo di tessuto. Si tratta di un tessuto a trama diagonale, spesso realizzato in lana o in cotone. La trama diagonale è evidente quando si osserva attentamente il tessuto, poiché le linee diagonali sono formate dai fili di trama che attraversano i fili d’ordito.
La caratteristica principale del tessuto di serge è la sua trama diagonale, che lo rende resistente e durevole. Questo tipo di tessuto è stato storicamente utilizzato per una varietà di capi di abbigliamento e accessori, tra cui pantaloni, giacche, abiti e cappotti.
Serge
Il termine “serge” ha radici antiche ed è stato utilizzato per descrivere tessuti di diverse qualità e composizioni. Nel contesto del “serge de Nîmes”, che ha contribuito al termine “denim” grazie alla fusione delle ultime due parole “de Nîmes”, si riferisce a un tipo di tessuto resistente e robusto che è stato prodotto e lavorato nella città di Nîmes, in Francia, nel corso dei secoli.

In sintesi, “serge” è un termine utilizzato per indicare un tipo di tessuto caratterizzato da una trama diagonale e una resistenza particolare.
La città di Nîmes, in Francia, è stata storicamente associata alla produzione di questo tessuto resistente. Tuttavia, le tecniche di tessitura e tintura che hanno portato alla creazione del denim erano già presenti in diverse parti del mondo, incluso il Medio Oriente.
Questo tipo di tessuto era popolare in Europa molto prima dell’avvento del tessuto denim come lo conosciamo oggi. Tuttavia, le tecniche di tessitura e di tintura simili a quelle del denim erano presenti anche in altre parti del mondo, inclusi il Medio Oriente e l’Asia.
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Il viaggio verso l’America
Nel XVII secolo, durante l’era delle esplorazioni e delle colonizzazioni, il tessuto denim arrivò in Nord America attraverso il commercio transatlantico. Si crede che alcuni tipi di tessuti simili al denim fossero presenti anche nei primi insediamenti europei nelle colonie americane.
L’evoluzione verso i blue jeans
L’evoluzione dal tessuto denim all’uso diffuso dei blue jeans negli Stati Uniti ebbe inizio soprattutto durante la corsa all’oro in California negli anni 1840-1850. Levi Strauss, come abbiamo visto, nel periodo della corsa all’oro, iniziò a fornire tessuti di cotone robusto ai minatori e ai lavoratori manuali della regione.
Ma cosa c’entra Genova?
L’importanza di Genova
Genova, nell’immaginario collettivo, è associata alla produzione di tessuti resistenti e di alta qualità, anche se è importante notare che l’evoluzione del denim e dei blue jeans è stata influenzata da molte fonti e luoghi diversi nel corso del tempo.
Genova ha avuto un ruolo nella produzione di tessuti simili al denim e nell’evoluzione delle tecniche di tessitura e tintura, ma non è l’unico luogo coinvolto.
La connessione con Genova risiede nella produzione e nel commercio dei tessuti. Genova era un importante centro di scambio e commercio marittimo nell’Europa medievale e rinascimentale.
La storia del blue jeans in mezzo al crocevia del commercio europeo
I tessuti provenienti da diverse parti del mondo venivano venduti e scambiati a Genova. In particolare, tessuti di cotone robusto e resistenti provenienti dal Medio Oriente e dall’Asia potevano essere presenti nel mercato genovese.
Quando questi tessuti giungevano a Nîmes, in Francia, venivano lavorati e migliorati. Nel corso del tempo, si sviluppò il tessuto chiamato “serge de Nîmes”, che divenne noto per la sua resistenza e durabilità. Da qui deriva il termine “denim”.
Un’altra interpretazione
La storia di come il termine “jeans” sia entrato in uso è un po’ più sfumata, ma si ritiene che possa derivare dalla parola francese “gens”, che significa “gente”, dato che i pantaloni in questo tessuto erano spesso indossati da lavoratori manuali e persone comuni.
In breve, l’associazione con la Francia nel nome del tessuto denim (serge de Nîmes) può derivare dalla raffinazione e dall’elaborazione dei tessuti grezzi che arrivavano a Nîmes da diverse parti, compresa Genova. Quindi, sebbene l’origine del tessuto possa essere legata a diverse parti del mondo, il termine “denim” e successivamente “jeans” si sono sviluppati attraverso una serie di influenze culturali e commerciali.


Perché si usa il colore indaco?
Manca ancora un tassello per completare la storia dei blue jeans: il perché del colore.
Pochi lo sanno ma l’origine del colore indaco si ha in Giappone ed ha una tradizione millenaria.
Ne abbiamo parlato in questo articolo che descrive Cinquetasche; il nostro blue jeans degli anni cinquanta..
Il culto del colore indaco nasce intorno al X secolo a Tokushima, sull’isola meridionale dello Shikoku, qui viene prodotto in gran parte ancora oggi.
Con il passare del tempo il colore indaco entrerà nella cultura giapponese e diventerà un colore ricorrente nell’arte; dalla pittura alla ceramica sino ai tessuti.
Viene estratto dalle foglie secche della pianta di indaco.
Dopo averle raccolte, queste vengono fatte macerare per tre o quattro mesi in acqua, poi vengono mescolate alla cenere.
Ma perché proprio l’indaco?
L’uso del colore indaco nella tintura dei tessuti, incluso il tessuto denim utilizzato per i blue jeans, ha radici storiche e pratiche che risalgono a molte culture e tempi diversi. Ecco alcune ragioni chiave per cui è stato usato il colore indaco:
Disponibilità di pigmenti naturali
L’indaco è un colorante naturale ottenuto da alcune piante, in particolare dalla pianta di indaco (Indigofera tinctoria) e da altre fonti vegetali. Questo pigmento era relativamente abbondante in alcune regioni e poteva essere estratto e utilizzato per tingere tessuti.
Resistenza alla luce e alla lavatrice
Uno dei vantaggi dell’indaco come colorante era la sua resistenza al deterioramento causato dalla luce solare e dal lavaggio. Questo rendeva i tessuti tinti di indaco più duraturi e adatti per abbigliamento che doveva essere sottoposto a uso intensivo.
Tradizione e simbolismo
In molte culture, l’indaco era associato a significati simbolici. Ad esempio, in alcune parti dell’Asia, come l’India, l’indaco era considerato un colore sacro e veniva spesso utilizzato per tingere tessuti tradizionali. In altre culture, il colore indaco era associato a nobiltà, potere o status sociale.
Stabilità del colore
L’indaco aveva la capacità di penetrare le fibre tessili in profondità, il che contribuiva alla stabilità del colore nel tempo. Questa caratteristica era particolarmente vantaggiosa per i tessuti che dovevano sopportare l’usura quotidiana e il lavaggio frequente, come i jeans.
Effetto estetico
Il colore indaco conferiva un aspetto unico e distintivo ai tessuti. I jeans tinti di indaco avevano una sfumatura di blu caratteristica, che si arricchiva e cambiava nel tempo con l’uso e i lavaggi. Questo ha contribuito a creare un’estetica riconoscibile e desiderabile per i blue jeans.
In sintesi, l’uso del colore indaco nella tintura dei tessuti, incluso il denim per i blue jeans, è stato guidato dalla disponibilità di pigmenti naturali, dalle proprietà resistenti e stabili del colore e dal suo significato culturale e simbolico. L’indaco è diventato un elemento distintivo dei blue jeans e ha contribuito a definire il loro aspetto e la loro durabilità nel tempo.

Pensa che ancora oggi la città Tokushima è il centro nevralgico della produzione di questo colore che numerosi tintori utilizzano per i propri tessuti, in particolare il denim. Preferiscono concentrarsi sulle sponde del fiume Shinmachi che attraversa il centro della città.
Come vengono colorati i blue jeans nel resto del mondo
Purtroppo, il più delle volte, nel resto del mondo la tinta color indaco viene creata chimicamente, producendo non pochi danni ambientali, che anzi, mettono i trattamenti dei blue jeans in cima alla lista delle cause di inquinamento idrico.
Infatti il colore creato chimicamente è composto di una combinazione tra benzene, formaldeide e acido cianidrico, che non spiccano per essere salutari.
Per questo Spirit of St. Louis produce utilizzando solo denim giapponese tinto con l’indaco naturale.
Proprio per darti una garanzia in più di qualità e di sostenibilità ambientale!
Chi è stato il primo a pensare all’indaco?
Il primo ad utilizzare il colore indaco sui jeans (capo inventato nel 1871 da Jacob Davis) fu Levi Strauss (che assieme al predetto lo brevettò 1873).
Strauss aveva approfittato della massiccia migrazione, dovuta alla corsa all’oro, in California, per aprire nel 1853, una bottega di oggetti, attrezzi ed utensili necessari ai lavoratori.
Una volta accortosi che questi spesso erano alla ricerca di capi da lavoro che fossero resistenti, decise di produrne in quantità del tipo inventato da Jacob Davis e decise di tingerli con questo colore molto sbiadito.
Riscopri il blue jeans delle origini
Giunto a questo punto non ti resta che scoprire com’è fatto il vero blue jeans che si rifà alla lunga tradizione.
Noi preferiamo lasciarlo fare alle mani sapienti dei sarti italiani che ci aiutano a produrre pantaloni della massima qualità.
Per farlo abbiamo scelto un pregiato denim giapponese (peso 16 oz.) tinto secondo la tradizione: con vero indaco naturale.
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E tu la conoscevi la vera storia dei blue jeans?
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